La ricerca: “Giovani e quarantena” promossa dall’associazione nazionale “Dipendenze tecnologiche, gioco d’azzardo patologico e cyberbullismo” ha indagato il rapporto tra ragazzi, internet e social network.
A più di 9000 ragazzi tra gli 11 e i 21 anni è stato chiesto quanto e come hanno utilizzato internet in queste ultime settimane. Dalla ricerca sono emersi dati attesi e altri meno scontati.
Innanzitutto è emerso un maggior utilizzo di internet: pensiamo solo alla didattica a distanza e avremo un dato per nulla imprevisto!
Ciò che però risulta particolarmente interessante, e su cui dovremmo riflettere, non è tanto la quantità ma le modalità di utilizzo: il 35% dei ragazzi intervistati ha affermato di essere costantemente connesso. Il 90% di loro, cioè la quasi totalità, ha raccontato di utilizzare internet e i social proprio per rimanere in contatto con gli amici. D’altra parte, però, il 74% dei ragazzi ha anche affermato di provare un forte senso di solitudine.
Questi dati ad un primo sguardo sembrerebbero in forte contrasto tra loro: se infatti i ragazzi dicono di utilizzare internet per rimanere in contatto è poi vero però che molti di loro sembrerebbero non riuscire a soddisfare questo bisogno e sperimentare quindi perlopiù solitudine.
Per comprendere come questi dati possano coesistere tra loro è forse bene riflettere sulla motivazione che è alla base dell’utilizzo di internet da parte dei ragazzi… E forse è utile riflettere anche sull’utilizzo che noi adulti facciamo di internet! Quante volte apriamo Whatsapp o Facebook mentre aspettiamo per far qualcosa o in un momento di noia? Cosa stiamo realmente facendo? Probabilmente cerchiamo di riempire un momento apparentemente libero e cerchiamo un diversivo dalla noia!
Ora pensiamo alla vita dei nostri figli in quarantena: moltissimo tempo libero da attività, poche ore online per le lezioni (rispetto alla normale frequenza scolastica), assenza di tutte le attività extra-scolastiche (sport, lezioni di musica etc) che normalmente riempiono il loro tempo. La situazione è quindi molto tempo vuoto che probabilmente non sanno come impiegare… Ciò che facilmente accade è che spesso davanti a momenti di noia siano messi in atto una serie di comportamenti che allontanano i ragazzi da questa sensazione molto spiacevole e quindi: aprono whatsapp, scrivono messaggi, controllano le foto profilo degli amici o guardano Instagram.
Internet diventa un rifugio dalla noia.
Cosa possiamo fare noi adulti in questo caso?
Innanzitutto è sempre utile osservare il ragazzo per cercare di capire come utilizza internet, in secondo luogo potrebbe essere utile confrontarsi con i ragazzi e riflettere insieme a loro proprio sulla differenza tra un utilizzo dei social e di internet come mezzo piuttosto che come fine.
Se ad esempio utilizzo whatsapp per chiacchierare con la mia amica, proprio come si faceva durante la ricreazione a scuola, allora la piattaforma social è diventata un vero e proprio mezzo di socialità, se invece apro Instagram e inizio a guardare tutte le varie foto perché in quel momento non so cosa altro fare, allora forse in questo caso internet è il fine, lo scopo: sto solo cercando un modo per passare il mio tempo.
Sono ormai numerosi gli studi che dimostrano come la luce blu degli schermi di telefoni e tablet comprometta la produzione di melanina. L’utilizzo dei dispositivi prima di dormire, come spesso fanno i ragazzi sul letto, può quindi favorire una difficoltà di addormentamento e un sonno disturbato: proprio ciò che i ragazzi hanno vissuto in questo periodo. E allora perché non informarli sulle conseguenze di ore passate a letto con il telefonino in mano?