Le mnemotecniche di ancoraggio sono tecniche di memoria che mi permettono di ricordare un elenco di parole in un ordine ben preciso.
Le tecniche basate sull’ancoraggio consistono
nell’ancorare le parole ad un elenco speciale di immagini chiave che ho stabilito in precedenza. Queste immagini chiave funzionano da “àncore” cioè da appiglio a cui agganciare le parole che devo ricordare, un po’ come quando usiamo le mollette per stendere il bucato.
Le mnemotecniche di ancoraggio sono di tre tipi:
Il metodo numero-forma
L’àncora è una parola che richiama la forma del numero. Per esempio, il numero “uno” può richiamare la forma di una penna, di una candela o di una chiave inglese. Il numero “due” classicamente assomiglia ad un cigno, o ad un cobra o ad un gancio appendiabiti, il numero “tre” ad un cuore. E avanti così.
Il metodo numero-rima
L’àncora è una parola che fa rima con il numero. Quindi “uno” può far rima con bruno, e quindi posso pensare ad un orso bruno oppure al mio amico Bruno o ad un raduno. Invece “due” è tipicamente associato ad un bue, e “tre” ad un re.
Il metodo dei loci
Pare che questa tecnica fosse la preferita di Cicerone. In questo caso ai numeri “uno”, “due” e “tre” associo il primo, il secondo e il terzo luogo (dal latino “locus”) che incontro uscendo da casa mia. Supponiamo che, quando esco da casa per andare al lavoro, io incontri prima le scuole elementari, poi il podologo e poi l’autoscuola: questi tre luoghi corrisponderanno, rispettivamente, ai numeri “uno”, “due” e “tre”.
Qualsiasi tecnica io preferisca, una volta stabilite le mie àncore dovrò solo agganciare a queste parole le nuove parole che devo memorizzare utilizzando immaginazione e associazione. Devo cioè immaginare le parole che compongono la mia lista di immagini chiave e associare ognuna di queste alla parola che devo memorizzare nel modo più paradossale e vivido possibile, esattamente come si fa come per le mnemotecniche più semplici.
Le immagini chiave una volta scelte non vengono mai cambiate, e funzionano un po’ come gli attaccapanni in un armadio: rimangono sempre uguali, mentre cambiano gli abiti che posso appendere. La prima parola per me sarà quindi associata ad una candela (se uso il metodo numero-forma), al mio amico Bruno (se uso il metodo numero-rima), o alla scuola elementare (se uso il metodo dei loci).
Facciamo un esempio. Immaginiamo che io debba andare al supermercato e ricordarmi di comprare arance, miele e carta igienica.
Se uso il metodo numero-forma posso immaginare una candela che al posto della fiamma ha un arancia piccola piccola, poi un cigno che nuota in un lago di miele e rimane invischiato, e il mio cuore che dopo una delusione d’amore piange e si asciuga le lacrime con la carta igienica.
Se uso il metodo numero-rima posso immaginare il mio amico Bruno che mangia un’arancia, un povero bue con delle corna che gli si sciolgono in faccia perché sono fatte di miele, e un re che indossa una corona fatta di rotoli di carta igienica.
Se uso il metodo dei loci posso immaginare delle arance con il grembiulino che vanno a scuola, il podologo che si fa un pediluvio a base di miele e l’autoscuola in cui si insegna a guidare enormi rotoli di carta igienica invece delle automobili.