Cos’è il sistema dell’attaccamento
All’interno di ognuno di noi è presente, fin dalla nascita, il sistema dell’attaccamento che ha lo scopo di mantenere l’equilibrio tra le condizioni interne di sicurezza e le condizioni esterne create dell’ambiente in cui ci troviamo. La sicurezza, date le condizioni in cui vivevano i primi uomini, è biologicamente legata al mantenimento del contatto con la propria figura di attaccamento, in particolar modo quando l’ambiente è pericoloso. Nel momento in cui il piccolo è per qualche ragione lontano dalla madre, quando questa non è disponibile o quando è presente un pericolo, il sistema si attiva. Sono pertanto messi in atto i cosiddetti comportamenti dell’attaccamento.
Quali sono i comportamenti dell’attaccamento
I comportamenti dell’attaccamento sono:
- aggrapparsi alla propria figura di attaccamento e seguirla;
- esprimere le emozioni dell’attaccamento (come ad esempio la paura attraverso il pianto o la rabbia) che hanno la funzione di ripristinare le condizioni ottimali del sentirsi sicuro. I
Il piccolo si assicura la protezione attraverso l’avvicinamento o il mantenimento della vicinanza con la propria figura di accudimento.
Come agisce il sistema dell’attaccamento in ognuno di noi
John Bowlbi, nella sua teoria dell’attaccamento, ritiene che il sistema dell’attaccamento operi in modo da essere coordinato con altri sistemi:
- il sistema esplorativo;
- il sistema di difesa;
- il sistema affiliativo (di vicinanza agli altri).
Questi sistemi sono organizzati in modo da mantenere un equilibrio tra di loro, in particolar modo tra l’esplorazione dell’ambiente sia fisico che sociale e la vicinanza con la figura di attaccamento.
Le fasi dello sviluppo dell’attaccamento
La formazione del legame del bambino con la sua figura di accudimento, in genere la madre o chi per essa, si forma attraverso delle vere e proprie fasi, durante le quali una persona specifica si configura progressivamente.
- In un primo periodo, che va dalla nascita a circa la fine del secondo mese di vita, il bambino mostra un interesse per gli altri che è del tutto indiscriminato. Vengono manifestati i comportamenti dell’attaccamento come il pianto e l’aggrapparsi ma si tratta di segnali che non presuppongono la capacità di distinguere una persona da un’altra e non sono nemmeno prodotti in maniera intenzionale.
- In un secondo periodo, che va da circa la fine dei due mesi ai 6-8 mesi, compaiono un orientamento e una produzione di segnali verso una o più persone discriminate. Tra queste comincia ad essere scelta quella che offre cure più continuative e costanti e che è in grado maggiormente di alleviare il senso di sconforto. In particolare tra i 5 e i 7 mesi il piccolo che si trova in condizione di disagio emotivo o fisico accetta il conforto essenzialmente se la madre ha intervenire per coccolarlo.
- In una terza fase, che va dai 6-8 mesi fino agli inizi del secondo anno di vita, viene mantenuto (con il movimento o ricorrendo ad altri segnali) un contatto decisamente preferenziale con la madre. Ad esempio il bambino segue a carponi la figura allevante e piange se questa si allontana. Compaiono in altri termini la protesta alla separazione e l’ansia da separazione. Il bambino si avventura nell’esplorazione dell’ambiente circostante cominciando ad utilizzare la madre come base sicura compare la paura dell’estraneo. È questa la fase in cui i comportamenti dell’attaccamento si organizzano intorno ad un particolare adulto che da ora in poi sarà la sarà la figura di attaccamento e si verifica così la strutturazione del legame di attaccamento vero e proprio. Da quel momento in avanti sarà il modo in cui si comporta la figura di attaccamento, saranno le sue modalità di interazione, sarà il modo in cui quella risponde ai bisogni affettivi di conforto e di accudimento ad avere un peso determinante nello sviluppo della personalità.
- La quarta fase dello sviluppo dell’attaccamento, va dai 18 mesi in poi. Fino a questo momento la relazione può essere considerata unilaterale perché è compito della madre mantenersi disponibile a ogni necessità del piccolo. Ora invece anche il bambino comincia ad adattarsi alle necessità della madre; si dimostra disponibile ad aspettare il suo ritorno, accetta di stare per un po’ da solo oppure negozia la lunghezza del periodo di lontananza. In questa fase il bambino cerca sempre meno la vicinanza della madre a meno che non ci sia un pericolo. Il bisogno di contatto è attenuato e l’affidabilità della madre è un dato acquisito. La sicurezza che ne deriva consente lo sviluppo della conoscenza del mondo esterno e dell’esplorazione. Si consolida l’effetto base sicura ovvero la madre si configura come una base dalla quale il bambino può affacciarsi al mondo esterno.