E se fossi pedofilo? Questa è una delle preoccupazioni che caratterizza un disturbo che è il Disturbo Ossessivo Compulsivo comunemente chiamato DOC. Questo disturbo che colpisce circa l’1-2% della popolazione è un disturbo apparentemente molto eterogeneo perché può avere forme molto diverse. In realtà il substrato è sempre lo stesso. Il disturbo infatti è caratterizzato da un’ossessione, che è seguita da una compulsione. Le forme di questo disturbo sono di diverso genere.
La paura di poter essere pedofilo fa parte della categoria che viene comunemente chiamata la categoria dei pensieri proibiti o dei tabù. All’interno di questa categoria ci sono pensieri come “potrei essere pedofilo”, “potrei essere omosessuale”, “potrei provare impulsi sessuali oltre che nei confronti di bambini, nei confronti di persone del mio stesso sesso, nei confronti di animali o di parenti”.
Un’altra preoccupazione tipica di questa categoria è la paura di poter commettere degli atti osceni: per esempio, mentre sono in chiesa, posso aver paura di mettermi ad urlare o di mettermi a bestemmiare. È chiaro che avere questo tipo di pensieri crea un’ansia molto forte e quindi si cercherà di fare qualcosa per abbassare questa sofferenza e si metteranno in atto le compulsioni.
La compulsione tipicamente è un comportamento che io metto in atto per abbassare questa ansia che mi è stata provocata da questo tipo di pensieri intrusivi, pensieri ossessivi che io sperimento.
Queste compulsioni possono essere dei comportamenti, e quindi delle cose che da fuori si possono vedere come per esempio lavarmi le mani, controllare, mettere in ordine, sistemare qualcosa.
Possono essere delle azioni mentali quali per esempio ripetere delle formule, potrei ripetere tre volte la formula “non sono pedofilo”, possono essere azioni come contare, pregare o altre cose di questo genere. Una compulsione che spesso viene messa in atto in particolare da chi soffre di questo tipo di DOC è quella del test, cioè rivivere mentalmente una determinata situazione e cercare di rispondere a delle domande.
Ad esempio, la persona può incrociare per strada un bambino o una bambina e mettere in atto un evitamento, cioè cercare di guardare dall’altra parte e di non guardare il bambino o la bambina. Una volta tornato a casa inizia a fare dei test per rivivere nella mente in continuazione questa immagine, per cercare di capire e di dare una risposta ad alcune domande che tipicamente sono “ma ho guardato questa bambina o questo bambino con desiderio sessuale? Le ho guardato magari nelle zone intime? Ho provato un’ eccitazione sessuale guardandola? Potrei provare un’ eccitazione sessuale guardando questa bambina o guardando degli altri bambini?” e così via fino a cercare una risposta che escluda al 100% la possibilità di poter essere pedofilo.
È evidente che tutto questo pensare, rimuginare e cercare risposte è una delle caratteristiche principali del DOC ed è la causa principale della sofferenza, è quello che mantiene attive queste ossessioni e mantiene continuamente alla ricerca di una risposta con una sicurezza del 100% che chiaramente non potrò mai avere. Questo è il motivo per cui il Disturbo Ossessivo Compulsivo è un disturbo spesso molto grave che compromette seriamente la qualità della vita delle persone che ne soffrono.