L’ansia è un’emozione che tutti, in occasioni diverse, abbiamo provato. E meno male! Questa emozione infatti ci ha permesso di sopravvivere a momenti storici difficili (attraverso l’attivazione della reazione di attacco o fuga), ad esempio quando vivevamo nelle caverne e intorno a noi c’erano un sacco di animali feroci pronti a sbranarci. Oggi però la maggior parte delle volte che parliamo o sentiamo parlare di ansia questa parola assume un significato negativo: perché?
L’ansia “normale” è diversa dai disturbi d’ansia? Come capisco se la mia ansia è “normale” oppure no? Come faccio a sapere se ho un disturbo d’ansia?
Secondo il DSM-5 (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, quinta edizione, American Psychiatric Association, 2013) i disturbi d’ansia sono:
- disturbo d’ansia da separazione (nei bambini)
- mutismo selettivo (nei bambini)
- fobia specifica
- disturbo d’ansia sociale
- disturbo di panico
- agorafobia
- disturbo d’ansia generalizzata
Il DSM-5 ci dice anche che un disturbo d’ansia si può diagnosticare quando l’ansia è eccessiva o persistente, ma questa definizione non ci aiuta molto. Cerchiamo quindi di capirci qualcosa di più analizzando una situazione molto comune. Immaginiamo che stiamo guidando, e che ad un certo punto si accenda la spia della benzina.
Che facciamo? Bè magari proviamo una lieve irritazione pensando “uffa proprio adesso che sono in ritardo”, ma generalmente ci fermiamo al primo distributore, facciamo benzina, e non ci pensiamo più fino alla prossima volta che vedremo la spia accendersi.
Non ci verrebbe mai in mente di far finta di niente, di andare avanti come se niente fosse. Anzi qualcuno lo fa… Ma sa benissimo che sta rischiando di rimanere a piedi, non pensa certo che la spia prima o poi si spegnerà e che tutto si risolverà da sé!
Non ci verrebbe nemmeno in mente di prendercela con la spia, di imprecare contro di lei o addirittura di cercare in qualche modo di spegnerla.
Quando vediamo la spia della benzina accendersi sappiamo benissimo che il problema non è la spia… Ma il fatto che siamo senza benzina.
Cosa c’entra tutto questo con l’ansia? C’entra e come, perché l’ansia è come la spia della benzina: serve per dirci che qualcosa da qualche parte non va, che dobbiamo attivarci per capire che cosa c’è che non va e per risolvere il problema. Eppure spesso, quando ci accorgiamo che abbiamo l’ansia, l’unica cosa che vogliamo è trovare il modo di farla andare via, e a quel punto iniziamo a cercarlo: vogliamo solo far spegnere la spia. Questo tipicamente ci porta in una spirale di evitamenti e comportamenti protettivi che chi soffre di un disturbo d’ansia purtroppo conosce bene. Nel tentativo affannoso di spegnere quella dannata spia ci dimentichiamo di fare benzina e rimaniamo a piedi.
Spesso la differenza tra chi ha un’ansia “normale” e chi ha un disturbo d’ansia sta proprio nella direzione in cui guardiamo quando si accende la spia. E tu, dove guardi?