Ma perchè non riesco a dormire?

Questa è una domanda che le persone che soffrono di insonnia si pongono molto spesso, soprattutto (ovviamente!) nel cuore della notte, quando non riescono a prendere sonno.

 

 

La risposta a questa domanda è una risposta che chiama in causa diversi fattori: il modello che spiega perché soffriamo di insonnia e perché non riusciamo ad uscirne viene chiamato “il modello delle tre P”.

Queste 3 P riassumono le 3 categorie di fattori che fanno in modo che si sviluppi e si mantenga il disturbo appunto come l’insonnia.

La prima categoria di fattori sono i fattori che vengono chiamati predisponenti. Sono le caratteristiche che predispongono allo sviluppo di questo tipo di disturbo, che possono essere legate per esempio al genere, all’età, ai tratti di personalità oppure anche alla familiarità. Se io ho in famiglia persone che soffrono di insonnia è più probabile che sviluppi questo tipo di disturbo rispetto ad un’altra persona che non ha familiarità per questo disturbo.

La seconda categoria di fattori sono i fattori che vengono chiamati precipitanti, cioè che fanno precipitare appunto la situazione e quindi fanno iniziare il disturbo d’insonnia. Questi fattori precipitanti possono essere di vario tipo: per esempio un momento stressante che sto vivendo, magari un lutto, una separazione o anche un trasloco, o delle preoccupazioni sul lavoro o nella vita privata. Questi eventi fanno sì che per un certo periodo di tempo, per esempio, io faccia fatica ad addormentarmi.

La terza categoria è quella dei fattori cosiddetti perpetuanti cioè i fattori che perpetuano e quindi mantengono il disturbo, e sono tutti quei comportamenti che metto in atto nel tentativo di combattere il problema, che però mi riportano al problema di partenza, innescando così un circolo vizioso. Sono cioè comportamenti sbagliati, che non mi permettono di uscire dal problema e che sono spesso accompagnati anche da delle convinzioni sbagliate rispetto all’insonnia.

Sono proprio i fattori perpetuanti quelli su cui si va a lavorare nel momento in cui si intraprende un percorso di psicoterapia cognitivo comportamentale. La psicoterapia cognitivo comportamentale va a lavorare sull’aspetto cognitivo (e quindi sui pensieri e sulle credenze che io posso avere in questo caso rispetto all’insonnia, rispetto al dormire) e sull’aspetto comportamentale, cioè proprio sui comportamenti che io metto in atto e che invece di risolvere il problema mantengono il circolo vizioso.