Ragazzi e quarantena

Recentemente l’ associazione nazionale dipendenze tecnologiche, gioco d’azzardo patologico e cyberbullismo ha promosso un’inchiesta, che ha coinvolto più di 9 mila ragazzi tra gli 11 e i 21 anni, a cui è stato chiesto come hanno vissuto il periodo a casa.

Tra i risultati sono emersi due aspetti molto interessanti che hanno evidenziato come si siano modificate le abitudini riguardanti l’alimentazione e il sonno degli adolescenti.

 

Sonno e alimentazione sono due aree a cui i genitori, quando i bambini sono molto piccoli, prestano molta attenzione e al quale dedicano molto tempo, affinché ci siano delle abitudini regolari, mentre via via che i ragazzi crescono si diminuisce e si allenta un po’ il controllo su queste abitudini.

Questa inchiesta ha dimostrato in maniera evidente come invece siano fondamentali per il benessere anche in periodo adolescenziale e nei giovani adulti. I dati raccolti mostrano che circa la metà dei ragazzi intervistati afferma di aver modificato le proprie abitudini alimentari. Quasi il 60% dice di mangiare molto di più rispetto a prima e circa il 40% dice di mangiare a tutte le ore. Queste diverse abitudini alimentari hanno impattato sicuramente sul benessere dei ragazzi, tanto più se pensiamo a come sia anche molto diminuita l’attività fisica che i ragazzi possono fare.

Per quanto riguarda invece il sonno emergono molte modificazioni rispetto al periodo precedente la quarantena. L’ 80% dei ragazzi ha affermato di andare a letto molto più tardi rispetto a prima e molti hanno riportato difficoltà nell’addormentamento, numerosi risvegli notturni, difficoltà ad alzarsi il mattino. La metà dei ragazzi ha riconosciuto una maggiore stanchezza e conseguentemente una difficoltà nell’affrontare la giornata.

Questi dati impongono una domanda agli adulti: cosa possiamo fare, come adulti e genitori, per cercare di limitare questi cambiamenti e quindi favorire un maggior benessere nei ragazzi?

Ciò che istintivamente verrebbe da fare ai genitori è il cercare di imporre, o comunque sia favorire, regole, abitudini e routine regolari: ma questo spesso porta a litigi e scontri con i ragazzi. La conseguenza diretta spesso, non è tanto il maggior benessere sperato, ma piuttosto una maggior tensione in casa e una chiusura da parte dei ragazzi continuamente ripresi.

Come abbiamo fatto quando abbiamo proposto la prima nuotata ai nostri bambini?

Sicuramente non abbiamo dato delle istruzioni per dire come nuotare, ma piuttosto abbiamo proposto ai bambini di nuotare, abbiamo mostrato loro come si nuota e poi li abbiamo messi nella situazione di poter, osservando e poi provando a fare, imparare a nuotare. Questa modalità è ciò che Bandura teorizza come teoria dell’apprendimento sociale, secondo la quale l’apprendimento avviene in larga parte attraverso l’osservazione di un modello: attraverso il modeling, l’imitazione.

Questo è valido per moltissimi comportamenti, e potrebbe essere utile forse anche nel nostro caso. Quello che vorremmo fare è cercare di abituare (o riabituare) i ragazzi ad osservare dei comportamenti e delle routine.

Riflettiamo allora un momento: cosa stiamo mostrando ai ragazzi? Probabilmente anche molti adulti hanno modificato le proprie routine durante la quarantena. Molti probabilmente hanno variato le abitudini alimentari e anche il sonno… Quindi piuttosto che imporre ai ragazzi delle regole o riprenderli nel momento in cui vediamo che qualcosa non sta andando come vorremmo, potrebbe essere utile fermarsi un attimo a riflettere e provare a modificare noi per primi questi comportamenti? potremmo vedere l’effetto che ha su di noi questa nuova modalità e raccontare ai ragazzi qual è stato il beneficio di questa nuova routine?

I ragazzi in questo modo potrebbero, come dice Bandura, osservare su un modello adulto valido come il comportamento messo in atto abbia modificato la quotidianità, ascoltare i benefici tratti e poi provare a mettere in atto dei nuovi comportamenti.