Sono molte le persone che, nella vita, sperimentano un attacco di panico e poi non hanno più questo problema, purtroppo sono molte di più le persone che in seguito al primo attacco di panico iniziano ad aver paura di poterne avere un altro e questa paura non fa altro che aumentare la probabilità che si avveri.
Questo crea un circolo vizioso, quello del Disturbo di Panico. Abbiamo già visto in che cosa consiste un attacco di panico: può partire con un pensiero, una preoccupazione e quindi per esempio potrebbe essere in questo periodo “potrei avere il coronavirus”, pensiero che mi provoca paura, ansia. Questa paura fa scattare quella che abbiamo chiamato reazione di attacco o fuga e quindi il nostro organismo si prepara per attaccare o fuggire.
I sintomi principali che noi sperimentiamo riguardano il cuore, che inizia a battere più velocemente e quindi iniziamo a sperimentare la tachicardia, e il respiro, che si fa più affannoso perché c’è bisogno di più ossigeno. Altri sintomi di cui spesso ci rendiamo quanto sono le vertigini e la confusione mentale, formicolii alle mani o ai piedi, avvertiamo caldo, aumenta la sudorazione o sentiamo di avere per esempio nausea. Queste sono le reazioni normali che tutti noi sperimentiamo quando abbiamo paura.
Chi soffre di attacchi di panico interpreta questi sintomi in maniera non corretta e quindi inizia a pensare che sta per morire, che sta per avere un infarto, che sta per soffocare o che sta per svenire o per impazzire o per perdere il controllo.
È evidente che se io penso che sto per morire non posso far altro che provare paura, quindi la mia paura aumenta e i sintomi della paura aumentano e di conseguenza anche la mia convinzione che effettivamente sto per avere un infarto o sto per morire o soffocare o per svenire, per impazzire o per perdere il controllo. La paura quindi aumenta sempre di più.
Chiaramente, se sto sperimentando un attacco di panico e quindi sono intrappolato in questo circolo vizioso, non ho tanta voglia di rimanerci e quindi cercherò il modo per uscirne, In particolare farò delle cose che tipicamente sono: controllare il battito cardiaco e cercare di distrarsi, cercare di rilassarsi e modificare la respirazione. Quindi spesso quello che facciamo è fare dei respiri profondi e possiamo anche iniziare a evitare alcune situazioni, alcuni luoghi.
Quindi iniziamo ad evitare i luoghi in cui per esempio ci è successo il primo attacco di panico, oppure nei luoghi affollati, i luoghi da cui sarebbe difficile scappare in caso di attacco di panico. Questi, che vengono chiamati comportamenti protettivi, e gli evitamenti non fanno altro che mantenere le mie convinzioni, cioè mantenere l’idea che se io rimanessi in quel posto e continuassi ad avere per tanto tempo, per esempio, la tachicardia potrei effettivamente per un infarto.
Questo è il motivo per cui tutto quello che io metto in atto per uscire dal circolo dell’attacco di panico purtroppo è esattamente quello che alimenta il circolo e mantiene il disturbo di panico. Interrompere questi circoli viziosi è proprio quello che si fa in psicoterapia e che facciamo alla Dritto al punto.