Disturbo Ossessivo Compulsivo

Il DOC, come viene comunemente chiamato, è un disturbo molto semplice, ma contemporaneamente molto complesso.

È un disturbo molto semplice perché è formato dalle due componenti che troviamo nel nome stesso del disturbo: le ossessioni e le compulsioni. Le ossessioni sono pensieri o impulsi o immagini che ci provocano una forte ansia, e le compulsioni sono le cose che facciamo per ridurre quest’ansia.

È un disturbo molto complesso perché in persone diverse, ma anche nella stessa persona nell’arco della vita, può assumere forme completamente diverse, tanto che a fatica riusciamo a considerarle un unico disturbo.


Potresti essere una mamma che ha paura di fare del male al proprio bambino. Oppure un papà che ha paura di poter essere pedofilo e di poter abusare della propria bambina.

Oppure un figlio che ha paura di avere un “raptus” e di poter ammazzare i genitori.

Oppure un marito che ha paura di accoltellare tua moglie durante il sonno.

Solo il pensiero di poter fare una cosa così tremenda ti provoca un’angoscia che non riesci nemmeno a spiegare, e continui a pensarci e a ripensarci, chiedendoti per quale motivo continui a pensare a cose così terribili.


Potresti essere tormentato dal pensiero di contrarre una malattia terribile perché hai toccato qualcosa che ti sembrava essere una macchiolina di sangue.

Ti ripeti che è impossibile, ma sei comunque costretto a lavarti le mani per ore e ore.

Magari con l’alcol. Hai le mani secche e rovinate tutto il tempo dell’anno, ma non puoi farne a meno.

Magari ti fai la doccia seguendo un rituale ben preciso. I tuoi familiari non ne possono più di non poter usare il bagno e i litigi sono all’ordine del giorno: il DOC mette a dura prova il clima in famiglia.


Potresti avere paura di aver investito una persona per strada e di non essertene accorto.

O ancora, potresti aver paura di essere omosessuale, o paura di non aver scelto il partner giusto per te.

O potresti pensare di poter provocare la morte di una persona cara solo pensandoci, o perché le forchette e i coltelli non sono perfettamente allineati nel cassetto o perché i libri non sono perfettamente ordinati nella libreria.


Potresti aver paura di poterti metterti ad urlare bestemmie in chiesa, o potresti aver paura di premere l’acceleratore invece del freno e investire due anziani che attraversano la strada sulle strisce pedonali.

Potresti aver paura di poter saltare sotto un treno in arrivo alla stazione, o potresti aver paura di poter desiderare di avere un rapporto sessuale con tuo fratello.


Potresti non riuscire a toccare alcuni oggetti o a pronunciare alcune parole.

Potresti sentirti obbligato a ripensare decine e decide di volte al momento preciso in cui sei uscito di casa per essere sicuro di aver chiuso la porta a chiave.

Oppure a pronunciare una certa formula esattamente tre volte prima di andare a letto.

Oppure a rileggere ogni riga di un libro fino a quando non ti senti sicuro di esserti concentrato totalmente su quello che stavi leggendo.

Oppure a ripassare attraverso le porte fino a quando non sei riuscito a passare senza pensare ad una determinata parola.


Una parte di te ti dice che tutto questo è assurdo, che è tutto frutto della tua mente, ma non ne puoi essere certo, la paura è troppa: ormai la tua giornata gira intorno a queste o a chissà che altre preoccupazioni, e non c’è spazio praticamente per nient’altro.

Non puoi confidarti con nessuno perché ti vergogni di quello che ti sta succedendo, ti senti solo e demotivato.

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