La persona assertiva rispetta i propri diritti e quelli degli altri allo stesso modo: ma quali sono questi diritti? Quando si parla di diritti assertivi si fa riferimento principalmente agli scritti dello psicologo americano Manuel Smith, che scrisse nel lontano 1975 proprio un decalogo dei diritti. Eccoli qui.
Voi avete il diritto di dire di no senza sentirvi in colpa.
- Voi soli avete il diritto di giudicare il vostro comportamento, i vostri pensieri e le vostre emozioni, e di assumervene la responsabilità accettandone le conseguenze.
- Voi avete il diritto di non giustificare il vostro comportamento, adducendo ragioni o scuse.
- Voi avete il diritto di decidere se occuparvi dei problemi degli altri, se essere responsabili degli altri.
- Voi avete il diritto di mutare parere e opinione […] di cambiare il vostro modo di pensare.
- Voi avete il diritto di sbagliare, assumendovi la responsabilità delle eventuali conseguenze negative.
- Voi avete il diritto di non farvi coinvolgere dalla benevolenza che gli altri vi mostrano quando vi chiedono qualcosa.
- Voi avete il diritto di essere illogici nelle vostre scelte.
- Voi avete il diritto di dire “non so”, quando vi si chiede una competenza che non avete.
- Voi avete il diritto di dire “non capisco” a chi non dice chiaramente che cosa si aspetta da voi.
- Voi avete il diritto di dire “non mi interessa”, quando gli altri vi vogliono coinvolgere nelle loro iniziative.
Suonano bene… Ma ce li riconosciamo davvero questi diritti? E li riconosciamo agli altri? O ci comportiamo in maniera passiva, rispettando quelli degli altri ma non i nostri, oppure in maniera aggressiva, rispettando i nostri ma non quelli degli altri?